A partire dagli anni ’90 gli interrogativi sullo spazio della città si sono riproposti soprattutto a seguito delle prevalenti correnti che hanno privilegiato, per un verso, la concezione del Piano come marketing territoriale e dall’altro l’iperarchitettura per non meglio identificate ipercittà, per le quali lo spazio aperto non è più un teatro collettivo, non è più matrice di forme pubbliche di vita urbana, ma è un residuo concettuale, un sottoprodotto del tutto analogo a un rifiuto da eliminare: lo spazio spazzatura (junk-space) secondo la vulgata di Koolhaas. Riguardato con le tensioni di oggi, quel periodo sembra privo, almeno nelle prime letture, di una vera percezione dei cambiamenti che stavano avvenendo…
Read MoreFrammenti
Le condizioni che si sono verificate a seguito del rigoroso lockdown applicato in Italia hanno portato in primo piano l’interesse per la città. SPARCH/IT STUDIO ha promosso la call for pictures – La città latente per stimolare, a partire dalle immagini, un dibattito sullo spazio pubblico. Parallelamente, tramite la messa a disposizione di questo blog, ha previsto di allargare l’ambito dei contributi e dei punti di vista sulla città.
Aderisco a questa iniziativa con l’ottimismo della volontà sapendo quanto è complicato parlare di questi temi, soprattutto per chi ne ha fatto pratiche disciplinari tendenzialmente basate su propri linguaggi e tecnicalità; ho comunque pensato, almeno nella prima fase, di sgranare alcuni pensieri, così come li ritrovo disseminati nel mio personale archivio, evitando le pulsioni del momento.
Read MoreLa mappa della città latente
Sono giunti i primi contributi fotografici in risposta all’iniziativa La città latente - call for pictures.
Dopo avere avviato le operazioni di riordino e selezione del materiale fotografico, lo abbiamo anzitutto collocato su una mappa pubblica, da esplorare liberamente. Si tratta di uno strumento di documentazione in progress, inevitabilmente incompleto, che tuttavia vogliamo rendere disponibile da subito, e che permette di condividere anche il sottile piacere provato nell’osservarlo popolarsi di segni: punti di ripresa che descrivono luoghi, tempi e storie.
Read MoreNota a margine per un titolo
Non è certo la prima volta che l’aggettivo “latente” viene usato a proposito della città.
Alcuni libri lo fanno nel titolo, anche se con accenti e obiettivi diversi: del 2001 La città latente a cura di Giovanni Maciocco e Paola Pittaluga; del 2008 Città latenti. Un progetto per l’Italia abusiva di Federico Zanfi; e tornando indietro nel tempo, del 1995, il catalogo di una mostra dal titolo La città latente. Aspetti iconografici della città nella pittura parmense dell’800 e oltre.
E non escludo affatto di averne trascurati molti altri.
Read MoreLa città latente
Una maquette perfetta in scala 1:1. O la scenografia del set di un altro Truman Show. Comunque, una scorza inanimata. Così appare la città del lockdown nelle riprese dagli elicotteri, dove i semafori ancora attivi, o qualche raro elemento mobile, appaiono come quei dettagli, un po’ surreali, con i quali si tenta di dare vita, appunto, ai plastici.
Il fatto è che la città è stata fin qui, per definizione, il luogo della concentrazione e dell’intensità dello scambio. È da sempre molto di più della somma fisica degli edifici che la costruiscono. E la città della distanza sociale, forse, è soltanto un ossimoro. Lo spazio di questa città-noncittà ci interroga.
Read MoreTra la bottega e il mondo
Mettiamola così: ci siamo presi i nostri tempi.
L’antefatto è del 2005, quando nella bozza per il primo sito web avevamo immaginato anche una pagina intitolata Inoltre.
Avrebbe compreso quella variegata quantità di curiosità, pensieri e mestieri che, pur non rientrando strettamente nella “ragione sociale” dello studio, costituivano per noi, e tuttora è così, un necessario humus.
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